LA TUA ULTIMA BATTAGLIA

Quale battaglia? Quella con il peso, ovviamente!

Molti di noi si sono abituati a pensare al loro rapporto, alla loro storia con il peso e il cibo come una battaglia, anzi, a volte una vera e propria una guerra contro i kg di troppo, contro i cibi appetitosi, contro la pigrizia…insomma contro se stessi!

Il cibo, il movimento fisico diventano nemici da combattere o da inseguire, a prezzo di una grande sforzo di volontà ed enorme autodisciplina. La cultura imperante nei confronti del peso e del cibo rinforza questi messaggi, basta leggere i titoli dei giornali: “vinci la guerra contro i kg in eccesso”, “conquista il tuo peso forma”, “la lotta con la bilancia” ecc. ecc.

Il risultato? La qualità della nostra vita si abbassa drasticamente…e proprio mentre stiamo cercando di stare meglio. Un paradosso, direi.

Questa strategia di pensare alle nostre difficoltà con l’alimentazione e il peso in termini di lotta da vincere semplicemente non funziona. Certo, sul momento è piacevole pensare di fare gli eroi, di dimostrare che ce la possiamo fare, che sconfiggeremo le nostre debolezze e ne usciremo migliori e cambiati…per quanto però? Il problema di questa visione è proprio questo: dobbiamo riservare sforzi importanti a eventi puntuali, una tantum, che so, sto cercando di avere una promozione e mi metto a testa bassa su quel progetto, sto cercando di superare l’esame e stringo i denti e studio come una pazza…fino all’esame.

Quando parliamo di salute e benessere, la visione della lotta dell’eroe contro le avversità è controproducente: se ci pensiamo, stiamo aggiungendo sofferenza ad una situazione che ci sta già facendo soffrire! La soluzione è peggiore del problema. Se voglio cambiare la mia salute e il mio benessere devo adottare una visione diversa, che mi faccia sentire bene ADESSO, non tra un po’; devo adottare comportamenti e cambiamenti che voglio agire, non che sono un ulteriore difficoltà nella mia vita.

Cominciamo a pensare al nostro percorso verso il benessere come un percorso di crescita, in cui le nostre difficoltà non sono nemici di abbattere ma segnali da ascoltare, che mi indicano la strada migliore per me. Pensiamolo come un viaggio verso una migliore versione di noi, in cui impariamo a conoscerci meglio, a prenderci cura di noi; non a punirci, imporci obiettivi irraggiungibili o chiederci di fare cose che odiamo!

In fondo, stiamo cercando di stare meglio: perchè non cominciare subito?

E’ il momento di ripensare completamente la nostra visione delle difficoltà legate all’alimentazione e alla salute. E prima ci riusciamo, meglio sarà.

Mara Pavanel

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UN CORPO SANO E’ UN CORPO MAGRO(?)

L’argomento di cui volevo parlarvi oggi mi sta particolarmente a cuore, perchè è una di quelle cose su cui anche come genitore, oltre che professionista, continuo a riflettere, in modo da avere le idee il più possibile chiare e poterle trasmettere ad altri, in primis le mie figlie.

L’argomento in questione è il rapporto tra peso e salute. E’ un argomento molto complesso, più di quello che si pensava fino a qualche tempo fa; a lungo si è pensato che stare bene significasse avere un certo peso o corrispondere ad un certo tipo fisico. La diet industry è fiorita su questa idea, cercando di convincerci a fare qualunque cosa pur di avere un certo aspetto. Oggi sappiamo che le cose non sono così semplici, e una cosa così banale come il nostro peso in realtà è il risultato di numerosi fattori interrelati, non certo una semplice questione di forza di volontà o pigrizia.

Ciò che ho capito con il tempo e lo studio è che ciò che conta è avere un corpo sano e attivo e che questo non coincide necessariamente con un corpo snello/magro. Sia chiaro, l’obesità è un problema che va affrontato con la giusta serietà e impegno ma quello che intendo dire è che la salute di una persona non si può dedurre dal suo aspetto fisico o dal numero sulla bilancia.

E’ fondamentale che soprattutto in quanto genitori abbiamo ben chiara questa distinzione: una persona può essere sana anche se non ha un corpo che corrisponde ad un ideale fisico. Il nostro peso, come l’altezza, è determinato in buona parte dalla nostra genetica e questa non può essere trascurata. Sforzarci di ottenere un corpo che non ci appartiene, che non appartiene alla nostra eredità genetica e non corrisponde alle nostre caratteristiche, è deleterio. Ci obbliga a sacrifici continui, spesso porta a sviluppare un rapporto problematico se non disturbato con il cibo, a lottare continuamente con il nostro corpo, invece di rispettarlo.

Capite quanto sia importante per un genitore capire questo: i nostri figli hanno un progetto genetico che li porterà a sviluppare un corpo che non possono/possiamo controllare più di tanto ma che questo non significa che saranno per forza “malati”.

I corpi in salute si presentano con ogni sorta di peso, forma e taglia, e questo vale sia per gli adulti che per i bambini.

Significa che non dobbiamo fare niente e stare seduti a guardarli? Certo che NO! Possiamo invece fare molto, ma partendo da una prospettiva diversa. Possiamo imparare e insegnare loro a mangiare in modo adeguato alle proprie esigenze, curando la propria alimentazione e muovendo il corpo in modi piacevoli, anzitutto imparando noi per primi a fare queste cose. Ma soprattutto è fondamentale far passare il messaggio che è giusto farlo per prendersi cura di sè, perchè è bello sentirsi bene, perchè il nostro corpo merita rispetto e attenzioni, non perchè deve rientrare in certi canoni o perchè deve avere un certo peso. Ognuno ha diritto ad essere la migliore versione di se stesso e niente altro.

Per citare liberamente Ellyn Satter, dobbiamo considerare i nostri figli come semi di fiori che ci arrivano in un sacchetto anonimo. Non sappiamo che fiore sboccerà, possiamo solo creare il terreno più adatto per farli fiorire al meglio delle loro possibilità, nel corpo e con il peso che la natura gli ha dato.

Che ne pensate? Mi piacerebbe avere la vostra opinione!

Mara Pavanel

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COSA SIGNIFICA MANGIARE SANO?

Una sana alimentazione…ne parlano tutti, in continuazione; forse troppo! Ma cosa significa davvero? Proviamo a ragionare insieme su alcune cose.

Oggi abbiamo moltissime conoscenze sui cibi, sulle loro caratteristiche, su come vanno cucinati per essere un sostegno alla nostra salute, su quali privilegiare e quali assumere in moderazione. Sappiamo che mangiare bene rappresenta un importante tassello del nostro benessere e della qualità della nostra vita, cominciando da bambini.

Quello di cui si parla meno, forse, è che mangiare sano non riguarda solo il cibo, ma anche, soprattutto, certi modi di mangiare (per es. ascoltando il corpo) e certi atteggiamenti verso il cibo (es. etichettare i cibi come giusti o sbagliati).

Il rapporto con il cibo è altrettanto importante del cibo che mangiamo.

Quando vogliamo prenderci cura della nostra alimentazione, in altre parole, è importante che ci fermiamo a riflettere non solo sulla qualità e quantità di cibo che consumiamo ma anche alle dinamiche che lo circondano.

Facciamo alcuni esempi per essere più chiari:

  • sei in grado di mangiare ogni tipo di cibo senza sentirti in colpa?
  • mangi ascoltando il tuo corpo e sai riconoscere i suoi segnali?
  • dedichi tempo ogni giorno a consumare almeno alcuni dei tuoi pasti con calma e attenzione?
  • dedichi tempo a scegliere i cibi, ma senza ossessionarti?
  • mangi in un modo che ti fa sentire soddisfatto e pieno di energia?
  • non ti punisci se senti di aver mangiato in eccesso?
  • fai sport perchè è piacevole e non per bruciare calorie?
  • hai un rapporto abbastanza sereno con il tuo corpo?
  • non usi il cibo come premio o come consolazione, se non occasionalmente?

Perchè è importante porsi queste domande?

Perchè una alimentazione perfetta dal punto di vista nutrizionale ma piena di stress, senso di colpa e disagio verso il cibo e il corpo non è, e non può essere, sana.

Questa è una riflessione importante da fare soprattutto per noi genitori: vogliamo insegnare ai nostri bambini a mangiare sano non perchè li obblighiamo, ma perchè loro sentano che li fa stare bene. Anche perchè una volta che non li avremo più “sotto tiro”, dovranno scegliere loro cosa mangiare e, per farlo bene, dovranno aver sviluppato una relazione serena con il cibo e con se stessi.

Mara Pavanel

Se anche tu vuoi cominciare a prenderti cura di te e sviluppare una relazione più serena con il cibo, scarica il mio starter kit del benessere!

DIETA? NO, GRAZIE!

Se ti chiedessi cosa ti viene in mente quando dico la parola “dieta” probabilmente mi diresti cose come: “sacrificio, noia, stress, fatica, adesso non posso più mangiare quello che mi piace, per un po’ devo rinunciare ai dolci, devo controllarmi quando mangio” e tante altre amenità.
Ho indovinato?

Se anche tu hai esperienza di diete alle spalle, sai di cosa sto parlando. Immagino anche che tu ti senta un po’ in colpa perchè non hai perso peso facendole o, più probabilmente, perchè lo hai ripreso in seguito.

E’ importante che tu sappia una cosa a questo punto: non è colpa tua!

Le diete, intese come regimi alimentari rigidi, temporanei che si focalizzano sulla restrizione alimentare e sull’esclusione di tipi di alimenti, sono uno strumento poco efficace per la gestione del peso, soprattutto sul lungo periodo, causano stress e riducono la qualità della vita (Mann, T., Tomiyama, A. J. et al. 2007).

Non è una questione di forza di volontà: è lo strumento che non funziona, non sei tu.

I problemi principali delle diete così intese sono:

  1. sono temporanee;
  2. sono percepite come imposizioni rigide ed esterne (anche quando siamo noi a seguire la dieta della rivista tendiamo a considerarla come uno schema imposto, da seguire alla lettera)

1. Iniziare un nuovo regime alimentare dandosi una scadenza è un controsenso: stiamo cercando di cambiare una situazione che consegue a comportamenti duraturi con uno strumento temporaneo. Nel momento in cui smetto quello strumento, tornerò quello di prima. Dobbiamo imparare a gestire il nostro peso quel momento in poi.

2. Le indicazioni alimentari, che vengano da un professionista (meglio) o siano risultato di nostre informazioni (anche qui, mi raccomando alle fonti cui ricorrete!) vanno usate come uno strumento in più a nostra disposizione, per conoscerci meglio, per capire di cosa abbiamo bisogno e di cosa no, per comprendere meglio il nostro corpo e quali sono i cambiamenti che siamo in grado di attuare davvero. Non devono essere un mezzo per “controllarci”, farci sentire sempre in conflitto con noi stessi. Per funzionare, dobbiamo essere flessibili e considerare questo come un percorso di crescita personale, non state solo cercando di perdere peso ma anche, e soprattutto, di acquistare nuove abilità e abitudini.

E’ un cambiamento di sostanza, non solo di forma (scusate il gioco di parole): state cercando di diventare persone diverse, con un diverso modo di mangiare che riflette un modo nuovo di considerare la vostra salute, benessere e un modo nuovo di trattare voi stessi.

E’ la dieta che si deve adattare alla tua vita, non tu alla dieta!

Mara Pavanel

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Una salutare perdita di peso non ha semplicemente a che fare con una “dieta” o un “programma”. Significa sviluppare uno stile di vita continuativo che include pattern di alimentazione salutari e una attività fisica regolare.

Center for Disease Control and Prevention
  • Mann, T., Tomiyama, A. J., Westling, E., Lew, A.-M., Samuels, B., & Chatman, J. (2007). Medicare’s search for effective obesity treatments: Diets are not the answer. American Psychologist, 62(3), 220–233. https://doi.org/10.1037/0003-066X.62.3.220

9 MODI SICURI PER SABOTARE LA TUA PERDITA DI PESO

In questo articolo parliamo dei modi che puoi mettere in atto per sabotare drasticamente il tuo percorso di perdita di peso. Un po’ per sorridere, un po’ per riflettere…

  1. Restringi drammaticamente la tua alimentazione: taglia, taglia, taglia. Il tuo corpo risponderà con una serie di cambiamenti biologici, atti a prevenire la tua dipartita, che ti faranno aumentare la fame, pensare continuamente al cibo e rallenteranno il tuo metabolismo. Oltre a farti sentire sempre stressata. Una alimentazione di successo è una alimentazione che si focalizza soprattutto sulla qualità piuttosto che sulle quantità.
  2. Escludi tutti i cibi preferiti: privati di ciò che ti piace, sentendoti in colpa anche solo per il fatto di averli desiderati. Ogni volta che ti imbatti in un dolce, una focaccia o in qualsiasi cosa che ti piace, stringi i denti e scappa. L’esclusione dei cibi che amiamo è una ricetta perfetta per mangiarli in eccesso quando li abbiamo a disposizione. Il segreto non è negarseli ma imparare a goderseli. Il piacere è parte fondamentale dell’alimentazione sostenibile.
  3. Inizia un programma di allenamento drastico: non importa da quanto tempo non fai attività fisica, devi muoverti il più possibile, soffrendo il più possibile, anche se quel programma non ti piace per niente e ti fa sentire più stressato di prima. Per fare attività fisica in modo da influire sul peso, dobbiamo scegliere qualcosa che ci piace fare, senza concentrarci sulle calorie ma sulla costanza delle abitudini: meglio poco ma per sempre, che tanto per 6 mesi.
  4. Ignora i tuoi segnali corporei: il tuo corpo ti vuole fregare quindi non puoi fidarti di lui. Se hai fame, bevi o esci a farti un giro, qualunque cosa ma non mangiare perchè devi dimostrargli di essere più furbo di lui. Il tuo corpo è il tuo migliore alleato, lui sa di cosa hai bisogno o meno, è da lui che devi ripartire per imparare a darti/dargli ciò che ti serve, partendo dalle basi: come riconosci la fame? e la sazietà?
  5. Fai paragoni con gli altri: la tua amica mangia di tutto ed è sempre più magra di te? E’ colpa tua, devi cercare la dieta giusta, definitiva, all’ultima moda, quella da “7 kg in 7 giorni”, che garantisce tanto ma non richiede impegno. NON ESISTE la formula magica. Non ci sono cibi miracolosi o diete che vanno bene per tutti. E’ importante che affronti questo percorso tenendo presente le tue caratteristiche, le tue preferenze, in modo flessibile e il più possibile piacevole PER TE. Non siamo tutti uguali, e va bene così.
  6. Pensa sul breve periodo: stai cercando di dimagrire per il matrimonio di tua sorella o per andare al mare, cioè con una scadenza, poi…. La gestione del peso è un progetto che dura tutta la vita, non si può pensare di cambiare uno stato che è il risultato di abitudini durature con un cambiamento temporaneo: anche i risultati lo saranno. Considera di metter in atto solo quei cambiamenti che ti vedi agire per il resto della vita; se no, lascia stare.
  7. Affidati alla forza di volontà: solo i più forti ce la fanno, quindi se non ci riesci è colpa tua. Non è così: la maggior parte delle volte, il problema è lo strumento usato non la persona. Una alimentazione rigida, restrittiva, punitiva non è un mezzo adeguato. Per nessuno.
  8. Punisciti quando sbagli: le regole che ti sei imposta sono rigide e inflessibili, quindi, quando non riesci a fare quello che ti sei imposta, vuol dire che non sei stata abbastanza brava, meriti una punizione. Giudicati, trattati male e, mi raccomando, restringi/consuma le calorie in più assunte, sentendoti più in colpa possibile. Le persone che perdono e mantengono il peso con successo sono consapevoli che le cadute fanno parte del processo, che il segreto non è la perfezione, ma il progresso, rialzarsi e imparare dagli sbagli.
  9. Usa il cibo come antistress principale: tutte le volte che sei giù o arrabbiata o annoiata, mangia. E poi sentiti in colpa (la colpa è l’ingrediente principale di questo modo di affrontare l’alimentazione, come avrai intuito). Mangiare per ragioni emotive è naturale e lo facciamo tutti. La differenza è che le persone che gestiscono in modo sano il loro peso hanno imparato a conoscere le loro emozioni e hanno sviluppato strategie diversificate per affrontarle.

Si fa per ridere un po’, però spesso trovo questi comportamenti nelle persone che si rivolgono a me. E mi dispiace molto, perchè il processo della perdita di peso non deve per forza essere una sofferenza e un martirio. Approcciandola nel modo giusto, è possibile trasformarla in una esperienza di crescita, che migliora la qualità della vita e non il contrario.

Ti ritrovi in qualcuna di queste descrizioni?

Fammelo sapere nei commenti!

Mara Pavanel

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UNO STRUMENTO PER DIMAGRIRE POCO CONSIDERATO

L’industria della perdita di peso propone sul mercato sempre nuovi strumenti, più o meno miracolosi: la dieta definitiva, l’attrezzo ginnico che fa bruciare di più, con il minor sforzo possibile. Promettono spesso grandi cambiamenti, in tempi rapidissimi.

Se fossero davvero così potenti, e soprattutto efficaci sul lungo periodo, non ci sarebbe bisogno ogni stagione di un nuovo metodo alla moda…

Uno strumento poco considerato da questo mercato, probabilmente perchè non si può vendere facilmente, è, in realtà, molto più potente. Perchè, in effetti, non è uno strumento in quanto tale ma una condizione di base per poter usare bene gli strumenti che hai a disposizione:

la fiducia in te stess*.

“La salute è il nostro più grande possesso, la fiducia in noi stessi la nostra più grande alleata”

Lao Tzu

Perchè dico che è importante?

  • Perchè perdere e mantenere il peso è un percorso complesso e difficile (a dispetto di quello che la diet industry promette), e, forse mi ripeto troppo, ma conviene farlo ancora: gestire il peso dura per sempre, non è un compito con una scadenza. Cambiano con il tempo le modalità, certo, ma è qualcosa che faremo per il resto della vita.
  • Perchè spesso le persone che hanno già provato a perdere peso hanno alle spalle storie di fallimenti e quindi un senso di incapacità e inadeguatezza acquisita.

Quando affrontiamo una sfida difficile, a lungo termine e per la quale abbiamo già incontrato difficoltà, abbiamo bisogno di sapere come imparare dai nostri errori, di persistere di fronte agli inevitabili contrattempi, di recuperare dopo una ricaduta e avere lo sguardo fisso sull’obiettivo.

Una persona con una buona fiducia in se stessa è maggiormente in grado di fare tutto questo, e quindi ha più probabilità di avere successo e mantenerlo.

Molto spesso le persone che iniziano una dieta lo fanno partendo da una posizione di disprezzo per se stesse, pensando che perdere peso le farà sentire finalmente degne di valore e di cura.

Le ricerche ci dicono che è molto più probabile il contrario: se mi voglio bene, mangerò meglio e mi muoverò in modi piacevoli.

“Le persone con un senso di valore personale si prendono cura della propria salute, in modo costante e deliberato”.

G. Cochrane

Quindi, se hai in mente di perdere peso, informati sul cibo e sull’attività fisica più giusta per te, ma comincia anche a cambiare il modo con cui ti relazioni a te stess*: lavorare sulla tua autostima e il valore che ti riconosci può fare la differenza tra il riuscire ad applicare certe informazioni e strumenti oppure no.

Bibliografia:

Cochrane G. Role for a sense of self-worth in weight-loss treatments: helping patients develop self-efficacy. Can Fam Physician. 2008 Apr;54(4):543-7. PMID: 18411382; PMCID: PMC2294089.

PERDERE PESO CON LA PSICOLOGIA

Molte persone, ogni anno, si sottopongono a diete e a routine di attività fisica per perdere peso. Di frequente, questo si traduce in un vero e proprio stile di vita, il dieting: una dopo l’altra vengono provate le ultime diete, gli attrezzi più recenti per fare sport e il peso scende…per un po’. Poi ritorna tutto come prima, se non peggio (il cosiddetto effetto yo-yo).

Cosa si fa in questi casi? Si cambiano strumenti: si prova una nuova dieta o un nuovo allenamento, sperando nel miracolo.

Forse, però, il problema sta alla fonte: non contano tanti i mezzi con cui cerchiamo di raggiungere un certo risultato, quanto la persona che c’è dietro.

Ciò che accomuna le persone di successo, non sono tanto i mezzi con cui lo ottengono, ma il loro atteggiamento mentale.

Quando pensiamo al peso, ci vengono in mente dieta e attività fisica (che sono importanti, intendiamoci, bisogna conoscere il cibo e lo sport più adatto a noi) ma spesso trascuriamo gli aspetti psicologici collegati alla perdita di peso: il mindset. Il mindset indica quell’insieme di convinzioni, credenze e regole che sviluppiamo nei nostri confronti e nei confronti del mondo. Da esso derivano le nostre decisioni e le nostre azioni, anche in termini di salute.

Quanto considero importante la mia salute? Come mi rapporto al mio corpo? Quali convinzioni ho nei confronti del cibo? Come gestisco lo stress? So regolare le emozioni? Come affronto le difficoltà? Quanto credo di riuscire nel mio proposito? Ho una motivazione intrinseca o estrinseca?

Queste sono solo alcune delle domande che vale la pena porsi quando si decide di cambiare il nostro peso, non solo cosa mangiare e come muovermi.

I fattori psicologici legati alla gestione del peso possono essere molti e molto complessi; soprattutto, sono unici per ogni persona. Inoltre, il nostro mindset è spesso del tutto inconsapevole e può essere il risultato di esperienze precoci e quindi può essere ben radicato in noi.

Però può essere cambiato. E’ possibile far emergere e modificare quei fattori psicologici che rappresentano un ostacolo o un freno al nostro percorso di dimagrimento, sviluppando un mindset più efficace.

Lavorare su questi fattori può rappresentare l’anello di congiunzione tra dieta attività fisica e sviluppo di un mindset che favorisca la gestione del peso, aumentando le probabilità di successo, anche sul lungo termine.

Mara Pavanel

LA REGOLA D’ORO DELLA PERDITA DI PESO

Photo by Joshua Miranda on Pexels.com

Questa regola è molto semplice:

“Non fare niente se non puoi mantenerlo nel lungo periodo”

Questa regola deriva da una verità scomoda ma che vale la pena sottolineare: la perdita e conseguente gestione del peso sono una maratona, non uno sprint. Tutti noi dobbiamo gestire il peso per tutta la vita, sia che siamo normopeso, sovrappeso, o qualunque cosa saremo in futuro. Il peso cambia, oscilla nella vita, naturalmente, e noi dovremo sempre gestirlo.

Lo so che è più confortante ascoltare la diet industry quando ci promette cambiamenti definitivi, “fai questa dieta e perdi peso una volta per tutte”, ma non è così. Le ricerche ci dicono che la maggior parte delle persone perde il peso e poi lo riprende, tutto se non di più. Perchè? Perchè lo strumento usato, la dieta, è difettoso. Per definizione, la dieta viene presentata come un rimedio temporaneo per affrontare una condizione che dura magari da anni.

Come posso pretendere che un rimedio TEMPORANEO possa sortire effetti duraturi?

La perdita e gestione del peso vanno ripensati come un percorso a lungo termine, se vogliamo ottenere risultati a lungo termine.

Quando decidiamo di affrontare i kg di troppo, dobbiamo pensare che ci stiamo imbarcando in un viaggio, che è altrettanto, se non più importante, della destinazione.

E’ un viaggio nel quale stiamo imparando un nuovo modo per prenderci cura di noi, stiamo reimparando ad ascoltarci e capire ciò che è meglio PER NOI. Certo, le diete sono comode: vengono formulate da qualcun altro, sono per definizione a scadenza e io non devo fare altro che seguirle alla lettera.

Ma a parte il peso, chiediamoci: cosa è cambiato? Io ho imparato qualcosa di me? Sul cibo che mangio? Sul mio corpo? Su come fare attività fisica in modo costante? Su come prendermi cura di me?

Se la risposta è “no”, tranquilli che anche il peso prima o poi tornerà quello di prima. E’ inevitabile.

Come rendo il cambiamento duraturo? Investendo su di me.

Dedicandomi il tempo e l’impegno per trovare la mia strada. Non credendo a chi mi offre le soluzioni tutto e subito perchè sono anche quelle che durano meno. E spesso sono anche pericolose, perchè estreme.

Allora, applicare la regola d’oro significa: se voglio imparare a perdere e mantenere il peso devo scegliere e mettere in atto cambiamenti duraturi, che voglio e posso mantenere nel tempo, che siano adatti a me e che mi permettano di cambiare, non solo fuori ma dentro. Che mi rendano un esperto di me, del mio corpo, del mio modo di gestire lo stress, di come mi piace o non mi piace muovermi e così via. Il peso rifletterà il mio nuovo modo di essere.

Mara Pavanel

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Attenzione

UN NUOVO APPROCCIO ALLA PERDITA DI PESO

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  • Quante volte ti sei sentita in colpa dopo aver mangiato?
  • Quante volte ti sei detta: “sono proprio una frana!” dopo aver svuotato il pacco di biscotti?
  • Quante volte hai provato un senso di fallimento e di delusione per te stessa, dopo un pasto, perchè hai “ceduto” a cibi che non desideravi mangiare?

Succede, quando le cose non vanno come vorremmo, di essere molto severi con noi stessi. In quei momenti pensiamo di essere i soli a soffrire e ad avere certe difficoltà, ci sentiamo persi e impotenti. Proviamo un misto di autocommiserazione e senso di superiorità, perchè, ci diciamo, “nessuno può capire cosa sto passando”.

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Succede, allora, di trattarci davvero molto male, dirci cose terribili, come “sei un disastro totale”, “non ce la farai mai”, “sei senza speranza”. Rimproverarci in quei momenti sembra l’unica cosa da fare, perchè ce lo meritiamo, siamo stati cattivi. Forse nella nostra storia c’è stato qualcuno che ci diceva queste cose, e ora ci tornano alla mente come un disco rotto.

Forse pensi che insultarti e maltrattarti si un buon modo per darti la carica, per spingerti a risalire; in fondo, vuoi far vedere a tutti di cosa è capace questa “fallita”. E giù con parole sgradevoli, senso di colpa e frustrazione.

Ma funziona davvero così..?

Le ricerche mostrano che più siamo comprensivi e gentili con noi stessi, più siamo motivati a prenderci cura di noi, incluso mangiare bene.

Marsha Hudnall

In realtà no.

Ormai lo sappiamo da anni di ricerche e, devo dire, anche per esperienza professionale, che un approccio corretto ed efficace alla perdita di peso non si gioca MAI sul senso di colpa o sull’auto-abuso, per dirla così.

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Il vero cambiamento, cioè un cambiamento duraturo, deve farmi sentire bene con me stessa, non farmi provare vergogna o disagio. Per mangiare in modo più salutare e adeguato alle mie esigenze, ho bisogno di farlo partendo da una posizione di amore e rispetto per me stessa e il mio corpo, non di disprezzo. Il principio è: ” mangio così perchè mi amo, rispetto il mio corpo e voglio sentirmi bene con me stessa”. Se il presupposto è questo, il cambiamento verrà da sè, e lo manterrò nel tempo perchè si fonda su una buona ragione!

Il problema è che, spesso, le ragioni per cui le persone decidono di dimagrire è perchè non amano il proprio corpo e pensano che, perdendo peso, si ameranno di più. Queste sono alcune delle false promesse della diet industry, che ci fa credere che, per amarsi, bisogna corrispondere ad un certo tipo fisico.

E’ vero proprio il contrario: se mi amo, mangerò meglio, ascolterò il mio corpo e gli darò ciò che serve per farlo stare bene. Se ho del peso in più da perdere, lo perderò. Ma il percorso parte da dentro e arriva a fuori, non viceversa.

La sofferenza, indotta da altri o da noi stessi, non è mai un buon stimolo per migliorare o cambiare. Ricordiamocelo anche quando vorremmo far cambiar qualcuno altro; farlo sentire sbagliato, rimproverarlo, fargli notare gli errori, non lo spingerà a cambiare: o meglio, probabilmente gli farà cambiare partner o amica..!

Riassumendo, un percorso di dimagrimento efficace si fonda su delle buone motivazioni che non sono mai il disprezzo o la vergogna per se stessi. Il percorso deve partire sempre dal rispetto di se stessi e dalla volontà di stare bene, non di punirci e nemmeno di dimostrare agli altri qualcosa. Non dobbiamo dimostrare nulla, solo che diamo importanza a noi e al nostro benessere. In questo modo, non dico che sarà un percorso facile, ma sarà un cambiamento con delle basi solide e durature.

Mara Pavanel

Amare sé stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita.

Oscar Wilde

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ERRORI DA EVITARE NELL’EDUCAZIONE ALIMENTARE DEI BAMBINI

[Una precisazione: ovviamente per educazione alimentare non intendo COSA mangiare (non è il mio campo) ma COME mangiare e far mangiare come desiderate i vostri figli]
Insegnare uno stile alimentare salutare è un obiettivo importante per noi genitori ma a volte commettiamo alcuni errori, pur con le buone intenzioni.

📌Vediamo quali e come evitarli.

👉Dare troppe informazioni, troppo presto
I bambini semplicemente non riescono a comprendere certi concetti, fargli una lezione su quanto i grassi saturi siano dannosi non serve a nulla (almeno fino a quando non finiscono le scuole elementari).
I bambini imparano meglio una serena relazione con il cibo giocando e sperimentando e ovviamente tramite l’esempio che gli diamo noi.

👉Inculcare l’idea che ci sono cibi buoni /cattivi
Proibire o etichettare i cibi come negativi serve solo a portare su di essi maggiore attenzione.
Meglio focalizzarsi sulla frequenza, che sulla qualità; se vostro figlio vuole le patatine fritte “perché non posso averne ancora?” meglio rispondere : “No, le hai già mangiate ieri” piuttosto che: “No, perchè fanno male”.

👉Focalizzarsi sul futuro
I bambini faticano a vedere la connessione tra un loro comportamento attuale e i benefici o i danni che ne potranno venire in futuro. Per fargli apprezzare i cibi sani e sostenerne il consumo, meglio far notare le connessione tra il cibo e il funzionamento del loro corpo in attività contingenti.
“Mangiare troppa torta l’ultima volta ti ha fatto venire mal di pancia” ;”Uno spuntino di questo tipo ti darà le energie per giocare a pallone”.

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#alimentazioneconsapevole#psicologatortona#psicologiaestilidivita#educazionealimentare


dott.ssa Mara Pavanel